Fare trading sfruttando le principali caratteristiche della volatilità è uno dei modi più interessanti per partecipare a movimenti direzionali del mercato, assumendosi contestualmente un rischio iniziale molto contenuto. La volatilità (storica) può essere definita come la capacità del prezzo di muoversi in un determinato arco temporale e viene espressa in percentuale. E’ un parametro molto utilizzato sui mercati finanziari per indicare la variabilità dei rendimenti, ma soprattutto le oscillazioni effettuate da un determinato strumento finanziario. A questo proposito è un utile indicatore per misurare il rischio: più è alta maggiore sarà il rischio, viceversa se bassa il rischio sarà potenzialmente minore.
La volatilità è per la sua natura più facilmente prevedibile rispetto all’andamento dei prezzi. Infatti, presenta un paio di caratteristiche davvero interessanti che possono essere tranquillamente utilizzate per individuare opportunità di trading. Innanzitutto, la volatilità ha un andamento sinusoidale, per cui si alternano nel tempo momenti di alta volatilità ad altri di bassa volatilità. Inoltre, ha la fondamentale caratteristica di regredire verso i valori medi, per cui un eccesso di volatilità verrà certamente depurato mentre un’eccessiva contrazione sarà seguita da un forte incremento della volatilità.
Partendo da questi presupposti possiamo ora analizzare le fasi caratterizzate da una netta contrazione della volatilità allo scopo di sfruttare il successivo “effetto-elastico”, inserendoci così all’interno di un contesto potenzialmente molto profittevole ma soprattutto in grado di offrire una condizione iniziale di basso rischio. Le contrazioni della volatilità vengono espresse sui grafici attraverso la riduzione del range medio del prezzo storico. La condizione migliore è quella in cui questa riduzione dell’escursione media dei prezzi si manifesta con la formazione di un box o trading range. I prezzi vengono così ingabbiati all’interno di un rettangolo, che offre la possibilità al trader di individuare con grande precisione i punti di ingresso (long o short) e di stop loss. Una situazione ottimale è certamente quella definita come congestione, cioè quando sul grafico osserviamo un rettangolo di almeno dieci candele (al di là dell’orizzonte temporale di riferimento), con maggiore significatività quando le candele sono 20 o addirittura 30. In generale, si può affermare che quanto maggiore sarà il tempo in cui i prezzi saranno interessati da bassa volatilità tanto più esplosivo sarà il successivo movimento dei prezzi verso una direzione precisa.
Il breakout di una congestione è dunque una strategia molto efficace a disposizione del trader, che può utilizzarla al di là di qualsiasi stile operativo che adotta. Questa tecnica è universalmente valida per ogni time frame, sia intraday sia multiday (dal daily al monthly chart). Da un punto di vista operativo, si entra long al breakout dell’estremo alto della congestione con stop loss che può essere inserito in alternativa sotto il minimo della candela di breakout oppure sotto l’estremo basso della congestione (accollandosi così un rischio maggiore). Viceversa, il breakout ribassista della congestione crea le condizioni per entrare short sotto l’estremo basso del rettangolo con stop loss iniziale sopra il massimo della candela di breakout oppure sopra l’estremo alto della congestione. Per quanto riguarda, invece, il target, l’ideale è inserire un take profit iniziale a 1,5 – 2 volte il rischio e seguire la restante posizione (per il secondo target) con la tecnica del trailing stop. Andiamo a vedere un esempio grafico relativo all’argento su base giornaliera. Si può notare una congestione che dura tre mesi e il successivo breakout che decreta l’inizio di un fortissimo movimento direzionale dei prezzi.