Per analisi fondamentale si intende una metodologia di analisi basata sulla teoria economica, che “utilizza metodi matematici, statistici, e contabili allo scopo di determinare il valore corretto (fair value) dell’attività finanziaria oggetto di analisi”. L’analisi fondamentale ha basi scientifiche nel senso che i risultati cui essa giunge sono dimostrabili da un punto di vista matematico; ciò non significa che le sue conclusioni sono sempre esatte ma che, in presenza di ipotesi corrette, c’è la ragionevole certezza di vedere avverati i risultati previsti.
I risultati empirici confortano queste affermazioni, in particolare vale la pena sottolineare due teorie di una certa notorietà:
la teoria della passeggiata casuale (random walk): l’analisi in paesi diversi ed in diversi periodi di tempo dell’andamento dei titoli azionari dimostra che i coefficienti di correlazione tra le variazioni di prezzi di giorni successivi non sono significativi e che non è possibile rilevare regolarità nel loro andamento; in pratica non esistono sostanziali differenze fra il grafico delle quotazioni di qualsivoglia attività finanziaria e i risultati che si potrebbero ottenere estraendo dei numeri a caso o lanciando una monetina. Tale teoria presuppone l’efficienza dei mercati finanziari e che i prezzi delle attività includano tutta l’informazione disponibile su di esse;
l’elevata correlazione tra i flussi di cassa attesi e i il valore di mercato delle aziende: secondo alcuni studi condotti su diversi mercati finanziari (Usa, Giappone, Italia) e su differenti settori (auto, banche, assicurazioni) i valori di mercato delle aziende, e quindi i prezzi delle azioni, sono spiegabili quasi esclusivamente in funzione delle variabili fondamentali sottostanti (flussi di cassa, tassi di sconto).
La valutazione secondo l’analisi fondamentale si contraddistingue per le seguenti caratteristiche:
razionalità: ovvero derivazione da un processo logico chiaro e convincente (i risultati dell’analisi fondamentale sono descrivibili in termini matematici);
dimostrabilità: ossia possibilità di attribuire ai parametri e alle variabili in input valori controllabili (i dati di partenza hanno origine nell’ultimo bilancio disponibile mentre le ipotesi alla base della costruzione dei bilanci prospettici sono in genere esplicitate);
oggettività: facoltà di escludere l’influsso disturbatore di chi conduce la stima (le stime utilizzate come input dei modelli di valutazione possono essere controllate in vari modi: in generale si può dire che redditività e tassi di crescita devono convergere, nel lungo periodo, verso valori ritenuti fisiologici);
stabilità: non subire variazioni per fatti contingenti e/o cambiamenti di opinione (le modifiche agli input del modello di valutazione sono possibili ma vanno motivate).
Da queste caratteristiche traspare come la valutazione secondo l’analisi fondamentale si caratterizzi per un elevato grado di scientificità, garantendo contemporaneamente logicità nel processo, dimostrabilità dei risultati e oggettività del metodo.