La struttura del lato dell’offerta del mercato del credito al consumo in Italia può essere descritta utilizzando differenti variabili: la forma giuridica, l’assetto proprietario, l’appartenenza a un gruppo, la tipologia di prodotti offerti, il grado di specializzazione operativa eccetera.
Una classificazione tradizionale ha utilizzato la forma giuridica suddividendo gli operatori in tre categorie: gli intermediari finanziari ex art. 106 TUB, gli intermediari finanziari ex art. 107 TUB e le banche (al cui interno possono essere inserite le filiali di banche estere o le banche che operano in regime di libera prestazione di servizi senza sede o succursale).
Il D.lgs. 141/2010 del 13 agosto 2010 ha eliminato la distinzione fra gli intermediari finanziari ex artt. 106 o 107 TUB (le due tipologie differivano unicamente in relazione alla dimensione e alla tipologia delle attività svolte che determinavano obblighi di vigilanza specifici e più stringenti).
Attualmente i soggetti abilitati all’erogazione di finanziamenti ai consumatori, oltre alle banche, sono unicamente gli intermediari finanziari autorizzati, iscritti in un apposito albo tenuto dalla Banca d’Italia (art. 106 TUB) e gli istituti di pagamento (anch’essi iscritti all’apposito albo ex art. 114-septies TUB) che possono concedere crediti in stretta relazione ai servizi di pagamento prestati a condizione che il finanziamento sia accessorio e concesso esclusivamente in relazione all’esecuzione di un’operazione di pagamento, che abbia una durata non superiore a 12 mesi a meno che non sia stato concesso in relazione ai pagamenti effettuati con carta di credito.
La differenza più significativa che emerge dalla classificazione per forma giuridica riguarda, soprattutto, la riserva dell’attività bancaria (art. 10 TUB) a favore delle banche che impedisce, quindi, agli intermediari finanziari e agli istituti di pagamento di effettuare il proprio funding attraverso la raccolta di risparmio presso il pubblico (art. 11 TUB). La forma giuridica, inoltre, influisce sull’ampiezza delle attività esercitabili, che influenza la gamma di prodotti che possono essere offerti al pubblico e, sotto un profilo normativo, i costi connessi ai requisiti e alle attività richieste dalla regolamentazione e dalle autorità creditizie.
La classificazione sulla base dell’assetto proprietario e, di conseguenza, dell’appartenenza a un gruppo conduce a suddividere gli operatori in:
a. intermediari finanziari autonomi, cioè non appartenenti a un gruppo;
b. intermediari finanziari appartenenti a un gruppo bancario o finanziario;
c. intermediari di emanazione industriale o commerciale (intermediari finanziari captive).
Gli intermediari che operano nel credito al consumo che non appartengono ad alcun gruppo sono fondamentalmente rappresentati dalle banche retail e da qualche società finanziaria con una compagine azionaria di natura privata.
Nel mercato italiano la grande maggioranza degli operatori appartenenti a un gruppo è emanazione diretta o indiretta di un gruppo bancario (italiano o estero). Gli intermediari finanziari di tipo captive sono principalmente specializzati nel comparto auto, facendo riferimento alle principali case automobilistiche che ne assicurano il bacino di clientela e i canali distributivi (salvo rare eccezioni di canali esterni marginali).
La classificazione per specializzazione operativa distingue gli intermediari finanziari in: generalisti, specializzati e specializzati monoline.
Gli intermediari generalisti sono sostanzialmente le banche che operano direttamente nel mercato del credito al consumo e che, ovviamente, presentano un elevato grado di diversificazione sia in termini di gamma di prodotti offerta (non solo finanziamenti ma anche servizi di investimento e pagamento) sia in termini di clientela, operando non solo con le famiglie ma anche con imprese, pubblica amministrazione, intermediari finanziari eccetera.
Gli intermediari specializzati risultano focalizzati principalmente sul finanziamento delle famiglie. Il loro core business è rappresentato dal credito al consumo, di cui offrono l’intera gamma di prodotti e servizi accessori, anche se non sono rari gli esempi di intermediari che hanno ampliato la propria offerta verso i finanziamenti immobiliari e altre tipologie di servizi finanziari sempre destinati al segmento famiglie.
Gli intermediari specializzati monoline sono focalizzati unicamente nell’offerta di uno specifico prodotto di finanziamento delle famiglie (es. carte di credito revolving, prestiti contro cessioni del quinto ecc.).
Le classificazioni precedentemente proposte, essendo articolate sulla base di un’unica variabile, tendono a non cogliere compiutamente l’articolazione operativa degli intermediari presenti sul mercato del credito al consumo. Prescindendo dalla forma giuridica adottata, per una migliore descrizione della struttura del lato dell’offerta del mercato e delle differenze operative esistenti fra intermediari, in questo capitolo utilizzeremo una classificazione basata sugli assetti proprietari e sulla specializzazione operativa.
Gli operatori generalisti sono sostanzialmente le banche, siano esse capogruppo, appartenenti a gruppi bancari oppure singole società. In Italia, alla fine del 2009, le banche che operavano in modo non specializzato nel mercato del credito al consumo erano oltre 700, tendenzialmente di dimensione medio-piccola ma anche con casi di gruppi bancari di medio-grandi dimensioni operanti direttamente nel mercato senza l’ausilio di una società specializzata che funga da fabbrica prodotto.
Le società finanziarie specializzate sono quasi tutte appartenenti a un gruppo bancario con cui, tuttavia, possiedono differenti tipologie di rapporto operativo. In alcuni casi, sono semplicemente partecipate, operano con modalità completamente autonome e perseguono obiettivi strategici propri con scarse sinergie rispetto alle attività dei gruppi di appartenenza. Si pensi, come esempio, a Findomestic (BNP Paribas Personal Finance SA), Agos-Ducato (Crédit Agricole, Banco Popolare), Compass (Gruppo Mediobanca), Consel (Gruppo Banca Sella).
In altri casi, le società finanziarie specializzate operano a stretto contatto con il gruppo bancario di appartenenza di cui completano non solo la gamma di prodotti offerta ma, molto spesso, i canali distributivi. Costituiscono, per il gruppo, una modalità di presidio delle aree strategiche d’affari legate sia al business to business che al business to consumer.
Le società specializzate monoline sono autonome oppure emanazione di gruppi industriali e bancari.
Le società monoline autonome non sono numerose e operano principalmente nei finanziamenti contro cessione del quinto e nell’emissione e gestione delle carte di credito. La maggior parte delle società monoline appartiene a gruppi non finanziari; sono delegate alla gestione di specifici business accessori all’attività core del gruppo. Nel settore automobilistico, le società finanziarie sono focalizzate sul credito finalizzato di supporto alla vendita della automobili presso le proprie concessionarie. In molti altri settori e nella grande distribuzione, alle società finanziarie è spesso delegata l’attività di emissione e gestione di carte di credito/debito.
Le società monoline appartenenti a gruppi bancari sono originate dalla volontà del gruppo di essere presente in specifici segmenti di business dove, però, i canali distributivi, le competenze e le logiche creditizie tipiche delle banche risultano poco efficaci. La costituzione di società specializzate deriva, appunto, dalla necessità di differenziazione organizzativa e operativa che permette la gestione efficiente di tali linee di prodotto.