Può a volte accadere di essere licenziati in maniera illegittima: il licenziamento è considerato tale, infatti, se non viene comunicato in forma scritta. In questo caso il dipendente potrà allora farsi valere, ed ottenere in alternativa o il reintegro del suo posto di lavoro oppure un equo indennizzo. Vediamo cosa fare in casi come questi e in dettaglio quel che possiamo ottenere.
Potrà essere ottenuto il reintegro in azienda se la stessa ha alle proprie dipendenze un numero di dipendenti maggiore di quindici per ogni unità produttiva, e comunque più di sessanta dipendenti complessivamente (anche se, in questo caso, non dovesse avere più di sedici dipendenti per unità produttiva). Il datore di lavoro è inoltre obbligato a versare al dipendente un risarcimento per il danno arrecatogli, pagandogli una retribuzione globale di non meno di cinque mensilità dal momento dell’avvenuto licenziamento, comprensive di contributi previdenziaqli ed assistenziali.
Alternativamente al reintegro il lavoratore potrà chiedere un’indennità entro trenta giorni dall’invito a riprendere il lavoro; tale indennità sarà pari a quindici mensilità di retribuzine. Il datore di lavoro sarà comunque obbligato a corrispondere anche il risarcimento di cui sopra.
Per imprese fino a quindici dipendenti solitamente è il giudice ad intimare l’obbligo di riassunzinoe del dipendente; tale tutela è applicata anche agli enti pubblici la cui stabilità non è garantita dalla legge e per associazioni senza scopo di lucro.