Un altro indicatore utile alla determinazione del giusto prezzo ( Fair Value ) di una azione
risulta essere il Revenue per Share
vale a dire il fatturato riferibile ad una singola azione di una società quotata.
Stabilire il fatturato per azione è un’operazione relativamente semplice:
basta dividere il fatturato della società per il numero delle azioni ordinarie emesse.
Il rapporto fra il prezzo corrente del titolo ed il fatturato di sua pertinenza
prende il nome di Price/Sales (P/S)
e rappresenta uno fra gli indicatori fondamentali più seguiti nell’analisi.
Il Price/ Sales ( P/S ) è il rapporto fra il prezzo corrente di un titolo azionario
ed il fatturato per azione ( Revenue per Share ) realizzato negli ultimi dodici mesi ( ttm ).
Come avviene con il Price/Book Value (P/BV) e con il Price/Earning (P/E),
la convenienza di un titolo cresce al diminuire del Price/Sales ( P/S ).
L’opinione della maggioranza degli analisti tuttavia è che
il rapporto P/S ottimale è pari a 1,5
vale a dire che il giusto prezzo (Fair Value) dovrebbe essere pari ad una volta e mezza il fatturato per azione.
In relazione a questo parametro, anche qui dobbiamo fare attenzione al fatto che:
un rapporto P/S molto basso ( inferiore ad 1 ) potrebbe essere un segnale di allarme
laddove
un rapporto P/S molto elevato ( superiore a 2 ) potrebbe essere un segnale di fiducia.
mentre all’interno dell’intervallo fra 1 e 2 possiamo trovare i vari gradi della normale convenienza.
Naturalmente questi valori di P/S non rappresentano delle verità assolute: esisteranno sicuramente ottimi titoli oggetto di investimento
aventi dei valori di P/S inferiori o superiori all’intervallo ipotizzato. Per meglio comprendere la valenza di un indicatore, infatti, bisogna
anche tener conto del comparto nel quale la società opera, comparando il dato relativo al titolo in esame con quello medio delle
società concorrenti, e magari a quello dell’indice Standard & Poor del settore interessato.
Una buona guida per comprendere se il rapporto Price/Sales (P/S) attuale
sia sucettibile di migliorare ( vale a dire di diminuire ) ovvero di peggiorare ( vale a dire di aumentare)
nei trimestri a venire, ci viene dato da un indicatore che prende il nome di Revenue Growth.
Revenue Growth è il tasso di crescita del fatturato,
normalmente calcolato sull’ultimo trimestre in rapporto allo stesso trimestre dell’anno precedente
Il Revenue Growth è espresso con
un valore percentuale positivo o negativo
che segnala con immediatezza l’andamento del fatturato della società.
Questo ci può aiutare a comprendere, ad esempio, se un titolo con un valore di P/S molto elevato
è realmente sopravvalutato oppure, come spesso accade, sconta semplicemente in anticipo
le positive aspettative del mercato. Naturalmente, per un P/S molto basso, vale l’esempio opposto.
Il Revenue Growth Estimated, vale a dire l’opinione degli esperti circa il futuro andamento del fatturato
è un indicatore dinamico come il Price Earning to Growth (PEG),
nel senso che Il tasso di crescita stimato varia ad ogni minima modifica della previsione
fatta anche da un singolo analista.
Mentre il Revenue Growth, come del resto il Price/Earning (P/E), varia solo una volta ogni tre mesi,
quando cioè le società presentano i loro bilanci trimestrali ( Quarterly Report ).
Come in tutti gli indicatori dell’analisi fondamentale che implicano delle previsioni, anche il Revenue Growth Estimated sarà tanto più
attendibile quanto maggiore sarà il numero degli analisti coinvolti e minore l’intervallo temporale al quale si riferisce la previsione.
Attenzione che attendibile non significa certo, ma solo probabile. Di sicuro e di certo, nei mercati finanziari, ci sono solo i dati dei
bilanci. Sempre che gli amministratori non li manomettano.