Il Producer Price Index, il cui acronimo è PPI, determina la variazione media dei prezzi che sono pervenuti da parte dei produttori locali relativamente alla loro produzione. Può anche essere definito come l’indice ponderato dei prezzi calcolati nella vendita all’ingrosso o nella vendita finale al consumatore. Questo indicatore viene calcolato dagli istituti di statistica nazionali. A livello di Forex e di importanza in termini di influenza sulle valute il peso del PPI è in declino, a causa della sempre minore importanza del settore manufatturiero come quota di spesa.
Il PPI è generalmente destinato a confermare il movimento già registrato nei mercati all’ingrosso, nei mercati dei prodotti e nel settore delle industrie manifatturiere. Comprende tutti i beni materiali prodotti in un paese. Non sono incorporate in esso le importazioni.
Il Producer Price Index è composto da tre sotto indici, ovvero il PPI Commodity Index, il l’indice PPI della fase di trasformazione e l’indice PPI dell’industria. Andiamo ad analizzare nel dettaglio ognuno di questi tre sotto indici.
Il PPI Commodity Index indica la variazione media dei prezzi delle materie prime, come ad esempio il petrolio greggio, i rottami di acciaio, il carbone, ecc.
L’indice PPI intermedio considera i beni che saranno messi in vendita ad altri produttori, al fine di generare il prodotto finito, come ad esempio i cotone, ilk legname, e il combustibile diesel.
L’ultimo indice PPI invece indica l’ultima fase della produzione e considera i beni che sono messi in vendita direttamente ai compratori finali.
La variazione del PPI viene sempre rappresentata su base percentuale al fine di avere una maggiore affidabilità di questo indicatore. Uno degli usi che solitamente viene fatto di questo indicatore, da parte dei trader, è quello di predire il valore del CPI, ovvero il Consumer Price Index.