Avete il dubbio di aver ottenuto denaro falso? Il possesso di una banconota o moneta falsa non è mai piacevole, generando arrabbiature comprensibili, soprattutto se ricevuta in buona fede.
Quando sospettiamo di possedere una banconota o moneta metallica contraffatta non dobbiamo cercare di liberarcene spendendola alla prima occasione, oppure recandoci nel luogo presso cui riteniamo ci sia stata consegnata e pretenderne la sostituzione, o ancora distruggendola, ma dobbiamo attenerci ad un comportamento diligente.
Innanzitutto dobbiamo recarci presso una banca o un ufficio postale o presso una filiale della Banca d’Italia e richiedere la verifica dell’autenticità della banconota / moneta.
Se l’Istituto di Credito a cui ci siamo rivolti ritiene che la banconota / moneta sia falsa, ha l’obbligo di ritirarla dalla circolazione. In tal sede, l’Istituto di Credito redigerà anche un verbale in duplice copia (di cui una verrà consegnata all’interessato a titolo di ricevuta), unitamente alla fotocopia della banconota / moneta oggetto di disamina, che servirà per ottenere la restituzione del valore corrispondente, qualora venga accertata l’autenticità.
L’Istituto di credito provvederà a trasmettere la banconota / moneta sospetta di falsità, all’Amministrazione Centrale della Banca d’Italia (che si trova a Roma), presso cui il nucleo di analisi preposto (detto Nac) la esaminerà al fine di accertarne la falsità.
Se il Nac della Banca d’Italia accerta la legittimità della banconota, l’importo corrispondente verrà rimborsato, senza alcuna trattenuta, mediante vaglia cambiario della Banca d’Italia. In caso contrario nulla è dovuto.
E’ comunque possibile, da parte di colui che ha richiesto la verifica della banconota / moneta, richiedere informazioni circa l’esito dell’accertamento Nac tramite le filiali della Banca d’Italia.
E’ importante sapere che l’utilizzo di moneta falsa costituisce reato ai sensi dell’art. 453 del Codice Penale, che stabilisce che:
“la spendita o introduzione nello stato di monete falsificate è punito con la reclusione da tre a dodici anni e con la multa da euro 516 a euro 3.098”.
Molto interessante.